venerdì 5 ottobre 2012

Le rose che non colsi

Qual'è un buon argomento per un articolo sul blog? Quando usi il blog per esternare i tuoi interessi, le tue passioni e i tuoi ricordi? Di tanto in tanto un'idea prende forma, si isola dalle altre, e richiede a gran voce la tua attenzione. E a te non resta che metterla per iscritto, e poi rifinirla, aggiustarla, metterla a punto, pronta per renderla pubblica, e mandarla sotto gli occhi di tutti.
Questo se non hai l'abitudine di usare questa pagina per mostrare i tuoi disegni nuovi (per quello c'è sempre DeviantArt). Tanti sono i pensieri che girano per la testa ogni giorno, tante le cose che vorresti dire e fare, poco il tempo che puoi dedicare loro.
E' come per il giardiniere. Hai un cespuglio di rose a tua disposizione, e devi solo cogliere quella giusta, e una volta che avrai completato tutta la procedura, dovrai solo aspettare ti arrivi il momento per cogliere la rosa successiva.
Però, pur sapendo bene quali sono gli argomenti e gli interessi di cui ho voglia di parlare e scrivere, allo stesso modo conosco bene anche un'altro dettaglio:
Che ci sono cose di cui NON parlerò.

I motivi sono differenti, per cui diverse anche le motivazioni per le quali scegli di non parlarne. Principalmente perché ti rendi conto che buona parte di quello che tu sai, spesso è solo una campana, e come tale può essere errata, perché anche una faccenda che tu conosci bene può avere dei lati oscuri che tu non conosci. E se ti fanno arrabbiare i giornalisti che scrivono del dottor Spock o disquisiscono di Asimov o di Philip Dick senza minimamente conoscerli, allora è bene che non commetti il loro errore.
E poi c'è il dettaglio - non trascurabile - che potresti offendere qualche amico. Cosa da non fare MAI.
Per cui questo blog si aggiorna di tanto in tanto, e non più spesso di così, e non avrà mai occasione di raggiungere le centinaia di migliaia di adoratori/adulatori a cui agognano i bravi blogger professionisti.
Ma questo, intendo le cose di cui NON parlerò, è di per se' già un buon argomento di cui parlare. Almeno fino a quando non troverò un valido motivo per cambiare idea.

Avrei sempre desiderato scrivere una breve storia del fandom fantastico televisivo/cinematografico italiano. Perché ne ho fatto parte dagli albori, perché ho visto nascere tutti i gruppi di appassionati, e perché li ho visti anche talvolta andare in crisi, frantumarsi, dividersi o chiudere. E buona parte dei motivi li conosco, perché conosco chi vi ha fatto parte.
Conosco il motivo per cui Sticcon e Deepcon siano due realtà differenti e senza più punti di contatto, e perché una volta il gruppo di fan di Spazio 1999 e Gerry Anderson era uno solo, e poi invece sono diventati due, senza punti di contatto. Del perché siano scomparsi, in tempi e modi differenti sia l'X-Files club che lo Stargate SG1. E parte della vicenda sui motivi della lunga dynasty dei vari club italiani di StarWars, da Alliance e Cloud City fino all'attuale Yavin 4, e i loro non punti di contatto.
Perché alla fine erano/eravamo sempre gli stessi appassionati, con i piedi in più scarpe. E perché come al solito, non posso pretendere di dare ogni punto di vista. Perché ognuno aveva dei suoi validi motivi per ogni azione. Forse qualcuno no e si faceva gli affari suoi, d'accordo, ma in fondo non ci interessa più.
E' passata molta acqua sotto i ponti, e un buon archeologo antropologico potrà trovare facilmente il bandolo della matassa, cercando e chiedendo alle persone giuste, ma non a me.

E quindi non rivelerò mai nemmeno i segreti imparati alle Sticcon, quelli sconosciuti al grande pubblico.
Nulla uscirà mai sul terribile caso del VIP che offrì un Big Black Man, di cui fui testimone diretto.
Perché non è il caso, perché fece una brutta figura, e perché in fondo gli ero grato per altre cose. E perché quella sera aveva bevuto, e perché in fondo voleva solo tradurre all'ospite americano il nome del cocktail Negroni che stava preparando, senza avvedersi che quando tradusse il nome l'altro credette che gli stesse proponendo un grosso negro superdotato.
E nulla pure sull'identità dell'altro VIP che certe notti avrebbe bussato alle porte delle stanze d'albergo dove dormivano ragazze. Perché non è il caso, perché alla fine non accadde nulla di male, e perché tutti negarono tutto. E perché forse in realtà cercava solo la stanza di un'amica e aveva sbagliato piano, e le sue motivazioni non avevano nulla di cui vergognarsi. Quindi nessuno me lo raccontò la mattina successiva. E quindi nemmeno la vicenda del focoso fan che voleva a tutti costi conoscere il suo eroe, riuscendo solo a terrorizzarlo. Sono cose che accadono, ma ha senso esternarle. Chi c'era lo sa, chi non c'era non serve lo sappia.
E dell'attore/attrice che scassò gli zebedei a tutto lo staff che lo/la ospitava? No, nemmeno lui/lei.Non è il caso, in fondo sono cavoli suoi, perché poi non è più tornato/ta. E tu lo sai perché i tuoi amici dello staff erano isterici quel giorno, e avrebbero voluto cementificarlo/la in un pilastro dell'autostrada. O il tipo che non capì bene il significato del termine Asta Benefica, ma solo quello di Asta.
O della foto con la leggenda e il cappuccino (in basso, appoggiato sul pavimento, con la brioche mezza mangiucchiata sul piattino), ma se siete tra i fortunati possessori di tale gadget, sappiate che non vincete niente. Niente che un buon lavoro di Photoshop non possa cancellare, che sia la leggenda o il cappuccino, a scelta. E lo so perché ritirai io stesso per un amico una di quei preziosi gadget.

E non dirò mai nulla sui misteri editoriali di cui ho avuto notizia. Nulla dirò mai sul perché l'editore che pubblicava i libri della serie che andava "dove nessuno era mai giunto prima" sceglievo di pubblicare proprio quelli lì, anziché fidarsi di qualche esperto, e perché smise improvvisamente di farlo. O la verità incredibile (ma anche puro e semplice gossip, anzichenò) del vero autore del best seller librario italiano (dall'amico - persona informata dei fatti - di un amico), e vorrei poter dire la stessa cosa sul perché Segretissimo non abbia mai pubblicato i libri inediti di Quiller (che rimane invece un mystero a cui non verrà mai data soluzione) mentre invece ho una gran voglia di fare un amarcord sulla grande (ed ormai estinta) editrice Nord, sempre nel mio cuore, e prima o poi accadrà.
O di come rischiai di finire (e probabilmente ci finii) nella foto ricordo che un amico si volle fare con la sua scrittrice idolo, perché non c'era spazio per alzarmi dalla sedia dove ero seduto, e perché in fondo riuscii a farmi piccolo piccolo. Perché io invece non la sopportavo proprio, quella scrittrice. Ma fui diplomatico pure allora e non dissi nulla. E non ho mai visto quella foto. E semmai qualcuno l'avrà pubblicata, spero abbia tagliato via dall'immagine quel brontolone seduto che continuava a disegnare e non si univa alla massa per chiedere pure lui un autografo. Mentre invece, quello sì, racconterò dei miei idoli e di quando li incontrai, e cosa-dove-quando, ma a tempo e luogo.
Così come nel campo dei fumetti, chi ha scritto cosa, chi ha pubblicato questo, chi non ha mai pagato Tizio e nemmeno Caio, chi avrebbe derubato tale autore in anni recenti, o perché tizio ha chiuso tale testata e Caio non ha detto nulla. Perché saputo da Tizio, confermato da Caio (che non conosce Tizio), ma negato da Pincopallo (che non conosce ne' Tizio, ne' Caio). Perché alla fine è sempre di questi argomenti che parli con amici che vedi una volta all'anno, nelle fiere, alle cene. Certo, cose sapute da un amico, ma a volte riferite da un altro amico, per cui metti sempre il ragionevole dubbio.
Ma nemmeno delle conoscenze dirette: di quando parlando con un autore, gli anticipai i miei timori su persone e fatti che avrebbero potuto accadere di lì a poco col suo progetto, e - maledizione - tutto si avverò? Jack Indovino? No, solo stocastico...
Notizie certe? O tutte chiacchiere da bar? Certo, ogni cosa è possibile, ma di alcuni fatti ho la certezza, anche se è meglio non dire. Ci penserà il nostro archeologo antropologico, domani o il giorno dopo.

Mai dirò come scoprii la vera identità del misterioso curatore dei fumetti Marvel PlayPress nei primi anni '90. Il mondo non dovrà mai sapere. E così per ciò che mi riguarda personalmente, e che non mi va di esternare. Nulla dirò mai del motivo per cui l'universo decise che io e i film di Harry Potter non andavamo proprio d'accordo.
Non rivelerò mai l'origine del mio odio per i bottoni dei cappotti, specie quelli con l'occhiello di metallo che tagliano continuamente il filo e cadono dovunque, e sempre nel momento sbagliato. O del motivo (sicuramente pedagogico) per cui mi piacciono le macchinette. Ne' di come provai odio autentico per un amico, a causa del quale gettai via per errore una cartella importantissima sul computer al posto del singolo file (e svuotando pure il cestino, alè, nibbio che non sei altro!) mentre lui mi raccontava con enfasi i fatti suoi al telefono. Perché l'odio durò solo il tempo di recuperare quei file, o almeno l'80% di essi. E col 20% rimanente ti puoi permettere con l'amico solo un leggero infastidimento.

Non esternerò mai la mia personale lista degli "svitati" che girano nel variegato mondo dei fumetti e in quello del fandom. Ne' darò mai alcun cenno del perché evito come la peste una parte di questo mondo, ad ogni evento a cui partecipo. E non farò mai il resoconto di certe fiere di fumetti o certi incontri a cui partecipai, in altri tempi (nulla dirò di FirenzeComics). E così anche con gli spiacevoli fatti che intercorrono tra i vari gruppi di cosplayer, questo mondo meraviglioso dove tutti sembrano volersi così bene.
E se mai un giorno vorrò rivelare parte di tutto ciò, come mio solito mi inventerò dei nomi fittizi e originali come Pinco Cavallo e Pallino Tizio, o tornerò io stesso ad essere il giovane Holden. O darò un colpo al cerchio ed uno alla botte, sperando non diventi mai categoria olimpica, o potrei avere buone possibilità di finire sul podio...
Ma nel cespuglio ci sono ancora tante rose da cogliere. All in Good Time, come dicono oltreoceano. Tutto a suo tempo...

Per tutto il resto (oltre a Mastercard) abbiamo solo il cielo come limite.
Sempre che non sia coperto da minacciose nuvole, sicuramente aliene.

1 commento:

  1. Oltre che alla tua bravura e alla tuo innato essere "brilliant", ho sempre ammirato la tua diplomazia.Quella che spesso non ho avuto e che probabilmente ha generato antipatia nei miei confronti da parte dell'editore tizio Pallino e di tutti i Caio Pinco che dicevano che mi volevano parlare...
    Non si finisce mai di imparare, caro sensei!
    Miriam

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