martedì 29 marzo 2011

Della mente e dei suoi tarli


Estrapolazione

E' un termine con un nome altisonante e misterioso, che il più delle volte coglie la gente impreparata sul suo reale significato. "Cos'è, che vuole dire?" si domanda il lettore medio, invocando una risposta.

Ci arriviamo lentamente, anche se non userò il metodo scientifico. La prima volta in cui mi trovai di fronte il termine fu leggendolo nel titolo di un racconto di Theodore Sturgeon, su una vecchia antologia di fantascienza. Si riferiva all'abilità del protagonista di arrivare a calcolare tutte le estreme conseguenze di una data azione, arrivando dove nessuno era mai arrivato prima.

Per cui da allora quando mi trovo di fronte ad un'evoluzione inaspettata di una qualsiasi cosa, penso sempre a questo termine. Mi chiedo se - tempo prima - qualcuno avrebbe mai potuto estrapolare le conseguenze di data azione.

Facciamo un esempio di estrapolazione. Tutti sono a consocenza di cosa sia un telefono.

Ora pensate alla sua evoluzione. E' uno strumento per mettere in contatto due persone a distanza. Tanto tempo fa il suo unico limite era quello del suo filo. Avevi il tuo telefono, e riuscivi a entrare in contatto con ogni parte del mondo, bastava avere il numero e avere la certezza che dall'altra parte ci fosse un apparecchio uguale (e qualcuno fosse in casa, per rispondere).

All'epoca si poteva immaginare quale sviluppo avrebbe avuto? Certo, con un po' di fantasia potevamo immaginarci che in un domani molto lontano sarebbe stato come i comunicatori di Startrek (senza filo) o come quelli di Spazio 1999 (enormi, e con la telecamera - anche se solo in bianco e nero). Però il massimo della nostra estrapolazione arrivava a questo livello. Non oltre.

Ma in effetti non era una vera e propria estrapolazione, perché non calcolava TUTTI i possibili sviluppi. E mi riferisco a quelli insospettabili, che un tempo non avremmo mai associato ad un telefono.

Un bel giorno il nostro telefono perde la necessità del filo. Quindi ha bisogno solo di un'antenna per trasmettere, una batteria e dei comandi. E il sistema ha bisogno di un'antenna ricevente, una rete che riceva il segnale e lo porti ovunque. E siamo appena alla prima metà degli anni '90, con le grosse antenne che cominciano a spuntare come funghi in mezzo alle città.

Ma come cambia il nostro apparecchio personale? Si evolve, ma come?

Il primo problema fu la batteria. Enorme, e quindi telefono enorme. E si scaricava presto. Poi l'antenna, prima da estrarre, poi più piccolina.

E infine con i comandi, dai tasti di gomma, della dimensione necessaria a permettere di poter premere con le dita tutti quei pulsanti.

Poi le batterie sono diventate ultrapiatte, le antenne invisibili, e i tasti ultra sensibili. Okay, fine dell'evoluzione del telefono, abbiamo raggiunto il top.

Sbagliato. Perché l'avere con se un cellulare ha provocato dei cambiamenti imprevisti nella gente e in noi stessi. Io non porto più l'orologio da polso, per esempio.

L'orologio era uno strumento per misurare il tempo. Prima meccanico a molla, a taschino e poi a polso. Poi a batteria. Poi digitale. E poi... è bastato avere un cellulare che ti segna l'ora esatta, e l'orologio non era più necessario, rimanendo, da necessità quale era, un accessorio elegante. Non ti serve più, hai l'ora sul tuo snob cellulare ultrapiatto.

Qualcuno anni fa avrebbe mai potuto prevedere questa evoluzione? Naaa.

Si continua: ancora oggi uso portarmi dietro una piccola lampadina, non si sa mai. Ma in casi estremi la luce dello schermo del cellulare può aiutarmi a vedere la serratura di casa o dell'auto alla sera. Ma se mi serve più luce la lampadina è utile. Già, su questo non c'è alcun dubbio... Sbagliato! Perché i bastardi cellulari recenti hanno anche la funzione LUCE. Premi un pulsante e illuminano come una lampada. Quindi niente più lampadina in tasca.

Ecco, a QUESTO non ci sarei mai arrivato. Si, ma non è mica finita qui, ormai è un effetto domino inarrestabile, perché adesso bisogna anche considerare le fotografie.
Una volta c'era la macchina fotografica, limitata alla dimensione della pellicola. Se il produttore riduceva il formato della pellicola, il costruttore di macchine fotografiche poteva farle più piccole, tascabili. Nei miei lontani anni di militare avevo con me la mia fedele macchina Kodak di un formato oggi ormai smemorato, che stava perfettamtne in tasca. Poi - neanche tanto poi - le macchine sono diventate digitali, limitate solo dalla dimensione delle batterie (prima grosse, poi sottili, stesso problema iniziale dei cellulari, bla bla bla). Macchine digitali più piccole, e più sottili, fino a... ad essere inserite nei dannati cellulari.

Niente, non ti serve nemmeno più portarti dietro la macchinetta fotografica. E naturalmente nemmeno la videocamera: prima enorme a causa del grosso nastro VHS, poi più piccola con il microVHS, poi digitale, bla bla bla). Ora è un accessorio del cellulare. E solo 5 anni fa mi sarebbe sembrato fantascienza. E così la segreteria, l'agenda o il registratore audio, per finire con la navigazione internet. Dove non era arrivata la scuola, a portare i computer con Internet nelle aule, arriva la tecnologia normale del... telefono.

Ecco, questa è ciò che io chiamo estrapolazione. Indovinare nel 1975 questo sviluppo del telefono, fino alle estreme (nel senso di inimmaginabili) conseguenze. Immaginare che la necessità comunicazione (telefono) avrebbe eliminato orologio da polso e lampada e video e infine computer.

Curioso che faccia io questa considerazione, che ho ancora un cellulare che non ha giochi, solo 10 suonerie prefissate, niente MMS, che telefona e basta. E che porto ancora con me una lampadina a cui dimentico regolarmente di cambiare le batterie, e una macchina digitale alla quale dimentico (recidivo, eh?) spesso di assicurarmi che le batterie ricaricabili siano davvero cariche. Ma che ho abbandonato il preziosissimo orologio da polso di Startrek, dopo aver dovuto cambiare prima il meccanismo tutto e poi il cinturino, il giorno che ho scoperto che perdeva pure la doratura (un giorno parleremo dei gadget fatti coi piedi), ma riflettendo che in fondo avevo l'ora sul quadrante del cellulare, per cui non era grave.

Estrapolazione. Riuscire a guardare un qualsiasi oggetto di uso comune, e chiedersi in cosa evolverà tra 50 anni. Perché se siete persone creative, questo "What if" può colpirvi in qualsiasi momento, riferito a qualsiasi cosa, che sia un'automobile dal colore strano che notate una mattina o la chirurgia plastica della vecchia diva vista in tv.
Ecco, se qualcuno adesso chiede di nuovo dove le prendiamo le idee, quando scriviamo qualcosa di futuristico, o dobbiamo disegnarlo, ora so quale risposta dare. Ma mentirò, e dirò che non ne ho la più pallida idea.

Perchè mica mi crederebbe se gli sparo tutta la storia dell'estrapolazione?

1 commento:

  1. Effettivamente è vero, però ci sono ambiti in cui non c'è stata evoluzione, anzi è accaduto esattamente il contrario!

    Pensa all'aviazione o all'esplorazione dello spazio.
    Nel giro di 10 anni ci siamo persi Concorde e Space Shuttle.

    Se me lo avessero detto 15 anni fa avrei riso di gusto.

    Bye

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